Home

Ringo Starr

John Lennon

George Harrison

Paul McCartney

La storia

Foto

Discografia

Album

Cover

Testi

Video

 


Contatti

Link
Altri miei siti

GuestBook

George Harrison  Liverpool, 24 Febbraio 1943


Biografia: (Tratto da Wikipedia)

Infanzia e adolescenza (1943 - 1957)
« Sono nato a Liverpool, 12 Arnold Grove, nel febbraio 1943. Mio padre era stato marinaio, ma allora guidava gli autobus. Mia madre veniva da una famiglia irlandese di nome French, e aveva tanti fratelli e sorelle. Mia madre era cattolica, mio padre no; dicevano sempre che chi non era cattolico era protestante, ma lui sembrava che non fosse di nessuna chiesa »
(George Harrison)

George Harrison ha sempre sostenuto di essere nato un giorno prima della data di nascita che gli è sempre stata attribuita, e cioè il 24 febbraio. In realtà, questa affermazione è stata in un certo senso sconfessata dalla sorella Louise, secondo la quale la loro madre scrisse sul proprio diario che George venne alla luce dieci minuti dopo la mezzanotte del 25 febbraio.
La casa natale di George HarrisonCresciuto in una famiglia operaia (il padre era un autista di autobus), George era il più piccolo e timido di quattro figli. Molto presto la madre si accorse della sua passione per le chitarre, che disegnava sui quaderni scolastici, ed acconsentì a comprargliene una di seconda mano al porto di Liverpool. Era una Gretsch modello "Duo Jet" da cui George non si sarebbe mai più separato e che, molti anni dopo, avrebbe mostrato orgogliosamente sulla copertina dell'album Cloud Nine (1987).
George imparò a suonare quando era adolescente, nel periodo dello skiffle, vale a dire nella seconda metà degli anni cinquanta. Nel 1956 fondò assieme al fratello maggiore e ad alcuni amici il gruppo dilettantistico dei Rebels.

I Quarrymen (1958 - 1959)

Poco dopo, nel 1958, il compagno di scuola Paul McCartney, notato il suo talento, lo presentò a John Lennon, che aveva fondato il gruppo dei Quarrymen. Vista la giovane età (appena quindici anni) Lennon, che era il leader del gruppo, non lo accettò subito ma ritenne la sua bravura indispensabile per la crescita musicale del complesso.
« Così Paul e io viaggiavamo sullo stesso autobus, indossavamo la stessa uniforme della scuola, tornavamo a casa dal Liverpool Institute. Scoprii che aveva una tromba e lui scoprì che io avevo una chitarra, e ci mettemmo insieme. Io avevo circa tredici anni, lui forse ancora tredici anni, o già quattordici »
(George Harrison)

Del periodo in cui incontrò John, George disse:
« Io e John ci vedevamo molto, veniva spesso a casa mia. Mia madre era una grande appassionata di musica e le faceva veramente piacere che io me ne interessassi; era stata lei a comprarmi la chitarra ed era veramente felice di avere i ragazzi del gruppo per casa, John non vedeva l'ora di andarsene da casa sua per via della zia Mimi, che era molto severa e rigida; era sempre molto in imbarazzo da Mimi e imprecava contro di lei. Ricordo una volta d'essere andato a casa di John, subito dopo esserci incontrati. Frequentavo ancora l'Institute e sembravo un po' giovane; cercavamo di avere un aspetto da Teddy Boy, e io dovevo esserci riuscito bene perché non piacqui per nulla alla zia Mimi. Rimase sconvolta e disse: "Guardalo! Perché hai portato a casa mia un tipo simile? È orribile, sembra un Teddy Boy". E lui: "Stai zitta, Mary, stai zitta". Così veniva parecchio a casa mia e mia madre ci offriva dei bicchierini di whisky »
(George Harrison)

George iniziò quindi a seguire i Quarrymen, suonando sporadicamente la chitarra quando era assente il chitarrista ufficiale, fino a diventarlo a tutti gli effetti alla fine del 1958, poco prima che il gruppo cambiasse il nome in Beatles.

La formazione dei Beatles e il periodo amburghese (1960 - 1962)

Nei primi mesi del 1960 il gruppo, dopo aver cambiato vari membri e nomi (gli unici componenti fissi furono George, Paul e John), adottò il nome di "Beatles", che venne ideato da Lennon e Stuart Sutcliffe, uno studente dello stesso istituto d'arte frequentato da John che divenne bassista del gruppo.
« L'origine del nome è oggetto di contesa. John diceva di essere stato lui a inventarlo, ma ricordo che Stuart era con lui la notte prima. C'era quell'analogia con i Crickets, che accompagnavano Buddy Holly; ma Stuart era completamente perso per Marlon Brando e nel film Il selvaggio c'è una scena in cui Lee Marvin dice: "Johnny, ti stavamo cercando, sei mancato molto ai Beetles, a tutti i Beetles". Forse John e Stu stavano pensando proprio a quello. Quindi diamolo cinquanta/cinquanta a Sutcliffe-Lennon »
(George Harrison)

Al primo ingaggio ufficiale dei Beatles nel 1960 ad Amburgo risale l'episodio legato al suo rimpatrio forzato in Inghilterra. A seguito di una segnalazione – fatta molto probabilmente per ritorsione dal primo impresario abbandonato dal gruppo per un contratto più favorevole – la polizia tedesca scoprì infatti che Harrison era ancora minorenne e non aveva il permesso di lavoro.

I Beatles (1960 - 1970)

All'interno del gruppo Harrison ricoprì un ruolo non certamente marginale, infatti fu il chitarrista solista del gruppo e anche cantante. Per i primi anni le sue prove compositive non furono frequenti, tuttavia la sua voglia di smuovere i ritmi poveri dello skiffle e di dare alla chitarra un ruolo più predominante nei fraseggi del rock furono fondamentali per l'evoluzione musicale del complesso.
Paul McCartney e George Harrison nel 1964La prima composizione firmata da Harrison come compositore individuale fu Don't Bother Me, inclusa nell'album With the Beatles (1963), poiché la strumentale Cry for a Shadow, risalente ai tempi di Amburgo, era co-firmata insieme a Lennon. George in seguito continuò a scrivere: altre sue canzoni sono I Need You, If I Needed Someone (entrambe del 1965), Taxman e I Want to Tell You (1966), segni evidenti della sua crescita musicale e della graduale emersione del suo talento. Tra l'altro, nel 1964, sul set del film A Hard Day's Night, George conobbe la modella Pattie Boyd: i due si sposarono all'inizio del 1966.
A partire dal 1965 Harrison iniziò a cercare una propria identità musicale al di fuori del contesto dei Beatles. Conobbe il maestro indiano Ravi Shankar, con il quale iniziò a studiare ed a suonare il sitar. Il suo interesse per l'Oriente lo portò quindi ad abbracciare, più dei compagni, musica e religione indiana. Successivamente, tracce evidenti di questo suo interesse sarebbero affiorate in molte canzoni, sia con i Beatles sia come solista. Harrison fu tra i primi ad innestare strumenti orientali nel rock, e durante la permanenza con i Fab Four, suonò il sitar nelle canzoni Norwegian Wood (This Bird Has Flown) (1965), Love You To (1966), Within You Without You (1967) e The Inner Light (1968), le cui basi musicali vennero incise interamente a Bombay da musicisti del luogo. I frequenti soggiorni in India comportarono per lui diversi viaggi, nei quali presto non fu più seguito dagli altri tre Beatles.

George Harrison, tra McCartney e LennonNel secondo periodo di attività dei Beatles Harrison assunse un ruolo di primo piano, sia come chitarrista, affinando uno stile di chitarra inconfondibile, sia come autore originale ed intenso realizzando canzoni meno conosciute, come Long, Long, Long e Savoy Truffle (contenute nel White Album) e le splendide While My Guitar Gently Weeps (1968), Here Comes the Sun e Something (entrambe del 1969), quest'ultima suo personale capolavoro, la seconda delle canzoni dei Beatles più incise da altri cantanti. Divenne inoltre un importante riferimento per molti chitarristi dell'epoca. Il suo talento non tardò a farsi sentire, benché (secondo alcune fonti) fosse fortemente limitato da Lennon e McCartney che verso di lui mostrarono sempre l'atteggiamento di chi è più grande. Il carattere schivo ed introverso non gli consentì di ottenere il giusto spazio all'interno del gruppo. Questa situazione fu per lui motivo di frustrazione ma anche stimolo competitivo.

« La morale della storia è che, se accetti gli alti, dovrai passare anche attraverso i bassi. Nelle nostre vite abbiamo imparato a conoscere l'amore e l'odio, gli alti e i bassi, il bene e il male, le sconfitte e le vittorie. Era come una versione amplificata di quello che vive chiunque altro. Quindi, essenzialmente, va bene. Qualsiasi cosa sia accaduta è positiva se ci ha insegnato qualcosa, ed è negativa solo se non abbiamo imparato: "Chi sono? Dove sto andando? Da dove vengo?" »
(George Harrison)

Alcune volte sminuito a torto, "il terzo" dei Beatles, in qualità di autore e produttore Harrison fu in realtà molto più attivo di quanto si creda. Alla fine degli anni sessanta furono infatti numerose le sue produzioni per la Apple a favore di artisti come i Badfinger, Billy Preston, Jackie Lomax e Radha Krishna Temple. Desideroso di intraprendere progetti individuali e sempre incline alla sperimentazione musicale, in quel periodo Harrison si cimentò inoltre per l'etichetta sperimentale Zapple, in musica d'avanguardia per film con Wonderwall Music (1968), colonna sonora di sapore orientale, e con Electronic Sound (1969), un esperimento non troppo riuscito di musica elettronica.

L'esordio da solista (1970)

« Per tutti quegli anni c'è stato fra noi un legame molto stretto. I Beatles non potranno mai dividersi davvero perché, come abbiamo detto al momento della separazione, non c'è davvero nessuna differenza. La musica c'è, i film sono ancora lì. Qualsiasi cosa che abbiamo fatto c'è ancora e ci sarà per sempre. Quel che c'è, c'è, non era poi così importante. E un po' come Enrico VIII, o Hitler, o uno di quei personaggi storici sui quali si fanno sempre vedere dei documentari: il loro nome resterà scritto per sempre e senza dubbio lo sarà anche quello dei Beatles. Ma la mia vita non è cominciata con i Beatles e non è finita con loro »
(George Harrison)

Quando i Beatles si sciolsero, Harrison aveva solo ventisette anni. Aveva comunque trovato la sua identità musicale ed era pronto per iniziare la carriera solista. Il vero e proprio esordio avvenne con All Things Must Pass (1970), un album ambizioso e di grossa mole in cui poté mettere pienamente in luce la maturità artistica raggiunta. Il disco è triplo, co-prodotto con Phil Spector e registrato con Eric Clapton e Dave Mason, ed è unanimemente considerato il suo capolavoro. Quando uscì sorprese notevolmente la critica, che aveva sottovalutato per lungo tempo il talento del chitarrista ed ottenne un notevole successo di pubblico, arrivando a vendere la sorprendente quantità di circa sette milioni di copie in tutto il mondo, di cui circa la metà negli Stati Uniti. Il pezzo forte dell'album era il singolo My Sweet Lord, brano di enorme successo più tardi accusato di plagio per avere la melodia troppo simile a quella di He's So Fine, un successo delle Chiffons risalente ai primi anni sessanta.

« La mia idea per "My Sweet Lord," visto che suonava come una canzone pop, era di metterci dentro di soppiatto qualcosina. Il punto era fare in modo che la gente non venisse offesa con l'"Alleluia"; quando si arriva a "Hare Krishna", sono ormai già presi, il loro piede sta tenendo il ritmo, e stanno cantando "Alleluia", il che li culla in un senso di falsa sicurezza. E ad un tratto diventa "Hare Krishna", e si mettono a cantarlo prima di capire cosa sta succedendo, e penseranno "Ehi, credevo di immaginare che non mi piacessero gli Hare Krishna!" »
(George Harrison, 1982)

La causa di plagio tra My Sweet Lord e He's So Fine è senza dubbio una delle più lunghe e controverse che si ricordino. Arrivò in tribunale nel 1976, ben cinque anni dopo la denuncia, e terminò inizialmente con una sentenza secondo cui Harrison aveva inconsciamente plagiato la canzone quando questi insistette che gli venne spontanea. Harrison fu per questo accusato di "plagio inconsapevole" e gli venne comminata una multa di oltre 1.600.000 dollari. Il fatto più sconcertante per lui fu che la canzone che gli diede maggiore successo gli fece conoscere anche l'onta del tribunale. In seguito si scoprì, però, che il suo manager di allora Allen Klein faceva il doppio gioco, "comprando" il caso e cercando di acquistare per sé i diritti di He's So Fine. In questo modo, Harrison avrebbe dovuto pagare la multa comminatagli dal giudice al suo ex-manager. Di conseguenza, fu intentata un'altra causa, che terminò nel 1990 con la cessione ad Harrison dei diritti della canzone plagiata nei mercati più importanti dietro il pagamento delle sole spese che Klein sostenne, pari a 576.000 dollari.

Il concerto per il Bangladesh (1971)

« Non sono che uno dei tanti che sa suonare un po' la chitarra. So scrivere un po'. Non credo di saper fare nulla particolarmente bene, ma credo che, in un certo senso, sia necessario che io sia esattamente così »
(George Harrison, 1971)

Nell'estate del 1971, rispondendo ad un invito di Ravi Shankar, Harrison organizzò in prima persona il celebre "Concerto per il Bangladesh", iniziativa benefica a favore delle popolazioni di profughi dalla guerra civile tra India e Pakistan che portò alla costituzione dello stato del Bangladesh.
La chitarra usata da Harrison durante il Concerto per il BangladeshL'evento, che sarebbe diventato il suo "fiore all'occhiello", fu la prima iniziativa musicale di beneficenza di ampia portata ed ebbe una risonanza mondiale. Il 1º agosto furono organizzati due spettacoli dal vivo al Madison Square Garden di New York che fecero registrare il "tutto esaurito" grazie alla presenza di ospiti illustri quali Bob Dylan, Ravi Shankar, Eric Clapton, Leon Russell e Ringo Starr.

Gli spettacoli furono seguiti da un pubblico di circa 40.000 spettatori. Il secondo concerto fu registrato e pubblicato sul triplo LP live intitolato The Concert for Bangla Desh (1971), che ottenne un notevole successo in tutto il mondo, vendendo circa cinque milioni di copie.
Dall'evento fu ricavato anche un film concerto dallo stesso titolo (1972). George Harrison e Ravi Shankar ricevettero poi il premio Child Is The Father of the Man dall'UNICEF, come riconoscimento per gli impegni umanitari, mentre il doppio album ricevette il premio "Album dell'anno" ai Grammy Awards del 1972.
Considerando la portata dell'evento, gli intenti benefici furono tuttavia raggiunti soltanto parzialmente. Nel corso del 1972, i funzionari del Fisco americano sollevarono varie questioni in merito ai proventi raccolti dal concerto e dalle iniziative connesse.
L'album, tra l'altro, non fu considerato una pubblicazione benefica, con la conseguente applicazione sui proventi della normale tassazione per le pubblicazioni standard. Una parte consistente dei fondi raccolti rimase quindi bloccata fino al 1981.
Fu un duro colpo per Harrison, che rimpianse per lungo tempo il fatto di aver organizzato il concerto in fretta (cinque settimane soltanto) e di non aver istituito, causa i tempi ristretti, una fondazione benefica a cui destinare subito e senza problemi tutti i fondi raccolti.

 

 

 

 

  
 


 


Webmaster: Ottaviani Elvino (C) 2011